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AAA - Alberi antichi cercansi

Un progetto per la tutela dell'agrobiodiversità

Mai come oggi la parola "biodiversità" è entrata a far parte del nostro linguaggio quotidiano. Con questo termine descriviamo tutta la ricchezza della vita sulla Terra: geni, specie, ambienti e culture dalle quali dipendono il funzionamento e i delicati equilibri dell'intero pianeta. In questo immenso patrimonio rientra anche una componente spesso ignorata, ma ugualmente bisognosa di attenzione: l'agrobiodiversità.

L'agrobiodiversità è parte integrante della biodiversità e comprende tutti gli animali, piante e microorganismi essenziali per i sistemi agricoli e i processi che li governano. Rientrano in questo insieme anche tutti gli agroecosistemi, da quelli più estesi all'orto dietro casa! All'origine di questa eredità troviamo l'azione dell'uomo, che attraverso il suo costante lavoro di selezione ha interagito inconsapevolmente con la natura favorendo l'evoluzione di nuove forme di vita. Il risultato dell'ingegno umano è sotto i nostri occhi, o meglio lo era…

Un'Estinzione silenziosa

La biodiversità agricola è in grave pericolo: dagli inizi del Novecento è andato perso oltre il 75% della diversità genetica delle specie vegetali e circa il 30% delle razze animali allevate è a rischio estinzione.
La principale causa di questo declino è l'intensificazione dell'agricoltura, cominciata a partire dagli anni '60 con la cosiddetta "Rivoluzione verde", che ha determinato la sostituzione dei sistemi agricoli tradizionali con il modello capitalistico di agricoltura industriale.
La ricerca della massima produttività ha comportato la diffusione di varietà uniformi e standardizzate, a scapito di animali e piante, ricchi di storia e particolarmente adattati agli ambienti in cui sono stati selezionati.

 

L'Impegno della Rete di Riserve

Di fronte ad una crisi di tale portata, la Rete di Riserve Alpi Ledrensi ha scelto di intraprendere un ambizioso progetto finalizzato alla conservazione e valorizzazione dell'agrobiodiversità locale.
L'idea nasce nel 2015, dall'incontro tra la Rete e il Corpo Forestale Provinciale: realizzare un centro di conservazione delle antiche varietà coltivate in Trentino e nella zona di Ledro in particolare, coinvolgendo nella sua cura e mantenimento l'intera Comunità locale. L'area individuata è quella dell'ex-vivaio forestale del Plò, situato lungo la statale che sale verso la Val Concei.
Fino a qualche anno fa il luogo ospitava gli esemplari di piante destinati agli interventi di rimboschimento o di riforestazione di zone danneggiate. Col tempo, tuttavia, la graduale crescita del bosco ha reso quest'attività meno necessaria e per l'ex-vivaio bisognava ripensare una nuova funzione.
Oggi, nell'area del Plò stanno crescendo già una quindicina di specie di piante da frutto dai sapori e profumi antichi, ottenute da innesti prelevati in loco. Da qualche anno è stata inoltre avviata un'interessante collaborazione con la vicina scuola media: nell'ambito delle attività educative promosse dalla Convenzione Ledro, le classi seconde hanno infatti potuto partecipare ad un'esperienza didattica dedicata ai temi dell'agrobiodiversità e della sua conservazione, provvedendo alla piantumazione presso l'ex-vivaio di alcuni "Alberi di classe". Positiva è stata anche la risposta della comunità all'organizzazione di un corso di potatura e innesto organizzato nella zona. La speranza è che nel tempo il centro del Plò possa diventare, oltre che un sito per la conservazione ex-situ delle antiche varietà, anche un luogo di formazione, sensibilizzazione e scambio culturale, dove l'intera Comunità possa avvicinarsi ad un modo di vivere più sostenibile e attento all'ambiente.

 

L'Antico frutteto di Dai: una finestra sul passato

Se al vivaio del Plò si conservano giovani innesti di antiche varietà di frutta, nella vicina località di Dai, un vecchio frutteto (di proprietà della famiglia Guella) è una finestra sul paesaggio rurale del passato: la posizione delle piante rispecchia la scelta di un sesto di impianto molto ampio, progettato per permettere il pascolo e lo sfalcio tra i filari. Oggi, in questo terreno di circa un ettaro di ampiezza sopravvivono ancora diversi esemplari di meli e peri quasi centenari: avvicinarsi a questo luogo è un po' come entrare in un museo, dove ogni albero è un reperto che va protetto e conservato.

Come puoi aiutarci
Al fine di garantire il recupero, la conservazione e la conoscenza di questo grande patrimonio, la Rete di Riserve ha avviato un censimento puntuale degli antichi alberi da frutto presenti nei suoi territori, con particolare riferimento alla zona di Ledro. Le varietà individuate verranno quindi impiegate per la realizzazione di nuovi innesti che andranno ad arricchire la "collezione" custodita presso il vivaio del Plò.

Indagare però un'area così estesa non è certo un compito facile. Per questo il contributo di ciascun cittadino è importante: per il loro ruolo storico nell'economia domestica, molte piante sono ancora oggi custodite in giardini e terreni privati e il loro rinvenimento si basa il più delle volte su indicazioni ricevute da chi vive in quei luoghi e ancora ricorda l'utilizzo che se ne faceva in passato.

Per questo, se possedete o siete a conoscenza di antichi alberi da frutto o dal portamento monumentale, vi invitiamo ad inviare la vostra segnalazione, compilando il modulo che troverete al seguente link: https://forms.gle/Rms2sLDWni4bg1L57

Con il tuo aiuto, potremo conoscere meglio l'agrobiodiversità del nostro territorio, riscoprendo tradizioni e rivivendo lontani ricordi di colori, profumi e sapori.

Fig.1 - Terrazzamenti presso il vivaio di Plò
Fig.1 - Terrazzamenti presso il vivaio di Plò
(foto di Rete di Riserve Alpi Ledrensi)
Fig. 2 - Uno degli Alberi di classe piantati dai ragazzi delle medie
Fig. 2 - Uno degli Alberi di classe piantati dai ragazzi delle medie
(foto di Rete di Riserve Alpi Ledrensi)
Fig. 3 - Uno scorcio del frutteto di Dai
Fig. 3 - Uno scorcio del frutteto di Dai
(foto di Rete di Riserve Alpi Ledrensi)
Fig. 4 - Melo rosa mantovana presso il frutteto di Dai
Fig. 4 - Melo rosa mantovana presso il frutteto di Dai
(foto di Rete di Riserve Alpi Ledrensi)
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