Tasse in aumento vertiginoso nel 2026: cosa cambia per gli italiani nel prossimo anno.
In vista della Legge di Bilancio 2026, si preannunciano cambiamenti significativi per il regime fiscale dei contribuenti forfettari, una categoria che da anni rappresenta una fetta importante del tessuto economico italiano. Le novità più rilevanti riguardano l’aumento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva e l’innalzamento della soglia di reddito cumulabile con lavoro dipendente o pensione, elementi che potrebbero modificare profondamente le condizioni di tassazione per molte partite IVA.
Il regime forfettario è stato concepito come un sistema agevolato per le piccole partite IVA, semplificando gli adempimenti fiscali e contributivi attraverso un’unica imposta sostitutiva, tradizionalmente fissata al 15% e ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività. Tuttavia, nel 2026 potrebbe verificarsi un cambiamento sostanziale: una proposta di emendamento presentata dall’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) mira a far salire l’aliquota al 26% per una specifica categoria di contribuenti.
Tasse in aumento vertiginoso nel 2026: cosa cambia per gli italiani
Questa modifica riguarderebbe coloro che superano una determinata soglia di reddito derivante da lavoro dipendente o pensione cumulabile con il reddito da attività forfettaria. In sostanza, l’aliquota agevolata verrebbe mantenuta solo per chi non supera certi limiti di reddito cumulativo, mentre chi eccede questi limiti sarebbe soggetto a un’imposizione più gravosa.

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La normativa vigente consente l’accesso al regime forfettario ai contribuenti che, al 31 dicembre dell’anno precedente, non abbiano superato un reddito da lavoro dipendente o pensione pari a 30.000 euro. Nel 2025, per far fronte alle esigenze emergenti, la Legge di Bilancio ha temporaneamente innalzato questa soglia a 35.000 euro, prorogata ora per il 2026.
L’emendamento dell’INT propone di mantenere o superare il limite di 35.000 euro, ma con la conseguenza di applicare l’aliquota sostitutiva maggiorata del 26%, anziché quella ridotta. Tale modifica rappresenta un tentativo di ampliare la platea dei potenziali beneficiari del regime forfettario, ma al contempo di compensare l’allargamento con una maggiore imposizione fiscale.
Va inoltre precisato che il limite di reddito cumulabile non si applica ai contribuenti che abbiano cessato l’attività dipendente o assimilata entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento, come chiarito dalla circolare 10/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate.
L’eventuale approvazione dell’aumento dell’aliquota al 26% per determinati contribuenti forfettari potrebbe avere un impatto rilevante sulle scelte imprenditoriali di molte partite IVA, soprattutto quelle con redditi misti (lavoro dipendente o pensione e attività autonoma). La maggiore tassazione potrebbe infatti ridurre l’attrattività del regime forfettario per alcune categorie, spingendo verso una valutazione più attenta delle modalità di gestione fiscale.
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