La BCE conferma la linea prudente sui tassi, ma in Italia il costo dei mutui continua a salire per effetto delle strategie bancarie
La Banca centrale europea (BCE) ha confermato ancora una volta la stabilità dei tassi di interesse, mantenendoli invariati al 2% per il tasso sui depositi, 2,15% per i rifinanziamenti principali e 2,40% per i prestiti marginali. Questa decisione, comunicata dalla presidente Christine Lagarde, segna il quarto mantenimento consecutivo dei tassi al livello attuale, riflettendo un quadro economico dell’Eurozona più solido del previsto, con un’inflazione sotto controllo e una crescita economica che supera le attese.
Tuttavia, questa stabilità sui tassi di riferimento non si traduce in un calo automatico dei costi per i mutui in Italia, dove il costo del credito per le famiglie continua a crescere.
Decisione BCE e contesto economico dell’Eurozona
Il Consiglio direttivo della BCE, guidato da Christine Lagarde, ha ribadito la sua volontà di mantenere una politica monetaria flessibile e guidata dai dati economici, monitorando attentamente l’inflazione e la crescita. Le previsioni aggiornate indicano una crescita del Pil dell’area euro dell’1,4% per il 2025, in aumento rispetto all’1,2% stimato in precedenza, e un’inflazione media prevista intorno al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Questi dati suggeriscono che l’economia europea stia beneficiando di una domanda interna più robusta e di un impatto meno severo dei dazi commerciali. Lagarde ha sottolineato l’importanza di altre politiche economiche per rafforzare la resilienza europea e ha lasciato aperta la possibilità di nuovi strumenti di politica monetaria, se necessario, per mantenere la stabilità dei prezzi.

La Banca centrale europea – (reteriservealpiledrensi.tn.it)
La BCE si trova in una posizione delicata: abbassare i tassi potrebbe stimolare la crescita ma rischierebbe di riportare l’inflazione sopra il target del 2%; al contrario, alzare i tassi rallenterebbe l’inflazione ma frenerebbe l’espansione economica. Al momento, i dati mostrano un equilibrio favorevole che consente di mantenere i tassi invariati, evitando maggiori turbolenze. Alcuni esponenti del Consiglio direttivo guardano al 2027 come possibile anno per una nuova revisione, ma nel breve termine la linea dovrebbe rimanere cauta e attendista.
Nonostante la stabilità dei tassi ufficiali, il mercato italiano dei mutui presenta dinamiche differenti. Secondo i dati di Bankitalia e le analisi del Codacons, i tassi medi effettivi applicati alle famiglie per i mutui sono saliti dal 3,50% di gennaio 2025 al 3,73% di ottobre 2025, con un incremento dello 0,23%. Questo significa per un mutuo di 150.000 euro a 30 anni un esborso aggiuntivo annuo di circa 222 euro, mentre su un finanziamento da 120.000 euro a 25 anni l’aumento si attesta su circa 187 euro annui.
L’andamento dei tassi sui mutui variabili in Italia è strettamente legato all’Euribor, che ha registrato una sostanziale stabilità intorno al 2,1% per il 2026, secondo i futures aggiornati a dicembre 2025. Ciò implica che le rate dei mutui variabili non dovrebbero subire grandi variazioni nel prossimo anno, con una leggera riduzione del costo mensile, stimata da Facile.it in circa 50 euro in meno rispetto a inizio anno per un mutuo standard.
Diversa è la situazione per i mutui a tasso fisso, il cui costo è influenzato dall’andamento dell’IRS (Interest Rate Swap), parametro di riferimento per i contratti a tasso fisso. L’IRS a 25 anni è passato dal 2,4% di gennaio al 3,1% di dicembre 2025, riflettendo una crescita dei rendimenti obbligazionari europei, in parte dovuta all’attrattività dei mercati azionari statunitensi. Questo aumento ha portato a un incremento medio della rata mensile di circa 40 euro per i nuovi mutui a tasso fisso, rendendo meno conveniente questa opzione rispetto a inizio anno.
L'accensione di un mutuo - (reteriservealpiledrensi.tn.it)






