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Stanno aumentando gli infarti in Italia e il motivo è uno solo: c’entrano anche le feste

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Non è solo una coincidenza stagionale: dietro l’aumento dei casi si nasconde un’abitudine comune che riguarda tutti.

Ogni anno, tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, si ripete uno schema che pochi conoscono davvero. Le luci, i pranzi in famiglia, i brindisi e il clima di festa fanno pensare a un periodo di riposo e serenità, ma per il cuore non è sempre così. Proprio mentre l’atmosfera invita a rallentare, il corpo viene sottoposto a sollecitazioni intense, spesso sottovalutate, che possono avere conseguenze serie.

Non si tratta di allarmismo, ma di un dato che emerge con regolarità e che gli specialisti osservano da anni. Il cuore risente delle abitudini che cambiano bruscamente, degli eccessi alimentari e di uno stile di vita che, per pochi giorni, diventa molto diverso dal resto dell’anno. Ed è in questo contesto che si spiega l’aumento degli infarti registrato durante le festività.

Il periodo più critico per il cuore secondo i cardiologi

Secondo il cardiologo Antonio Rebuzzi dell’Università Cattolica di Roma, la settimana che va dal 24 dicembre al 1° gennaio rappresenta il momento dell’anno con il numero più alto di decessi per attacco cardiaco. Questo picco non dipende da una singola causa, ma da una combinazione di fattori tipici delle feste natalizie, che insieme creano un carico importante per il sistema cardiovascolare.

Il primo elemento è lo stress emotivo. Le festività, spesso idealizzate come un periodo felice, possono in realtà generare tensioni, aspettative elevate e una corsa continua tra impegni sociali. Sentirsi obbligati a partecipare a ogni pranzo o cena, senza concedersi pause, aumenta lo stress e incide direttamente sulla salute del cuore. Per questo, la parola chiave indicata dagli specialisti è relax, inteso come capacità di rallentare e scegliere ritmi più sostenibili.

Un altro aspetto centrale riguarda l’alimentazione. Le cosiddette abbuffate natalizie hanno un impatto diretto sui livelli di colesterolo e sulla pressione arteriosa. L’eccesso di grassi, sale e zuccheri, concentrato in pochi giorni, costringe il cuore a uno sforzo maggiore, soprattutto nelle persone che soffrono già di ipertensione, diabete o patologie cardiache. Anche chi si considera in buona salute non è immune dagli effetti di pasti molto abbondanti consumati in modo ravvicinato.

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Il periodo più critico per il cuore secondo i cardiologi – reteriservealpiledrensi.tn.it

Durante le feste entra in gioco anche l’alcol, spesso presente in ogni brindisi. Il consumo di vino, spumante e superalcolici non solo contribuisce ad alzare la pressione, ma può scatenare aritmie cardiache. Questo rischio è particolarmente rilevante negli anziani, considerando che una percentuale significativa degli over 70 soffre di fibrillazione atriale. A ciò si aggiunge l’eccesso di sale, che favorisce la ritenzione di liquidi e aumenta ulteriormente il lavoro del cuore, soprattutto in chi soffre di scompenso cardiaco.

Infine, c’è il tema dell’attività fisica. Durante le festività si tende a muoversi meno, trascorrendo molte ore seduti. I cardiologi consigliano invece di mantenere una moderata ma costante attività, come lunghe passeggiate quotidiane. Camminare aiuta a migliorare il profilo lipidico, favorendo l’aumento del colesterolo buono e la riduzione di quello cattivo, e contribuisce a compensare gli eccessi inevitabili delle tavole natalizie.

Il messaggio degli esperti è chiaro: le feste non sono il nemico del cuore, ma lo diventano quando si perde il senso della misura. Con un approccio più consapevole, anche il periodo più conviviale dell’anno può restare un momento di benessere, senza trasformarsi in un rischio silenzioso.

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