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Questa verdura “marina” è la nuova ossessione wellness: riduce il gonfiore e ha benefici incredibili

alghe marineQuesta verdura “marina” è la nuova ossessione wellness: riduce il gonfiore e ha benefici incredibili - reteriservealpiledrensi.tn.it

Questo vegetale marino asiatico è ricco di fibre, omega-3 e composti attivi, ma va usato con attenzione.

Se hai ordinato una zuppa di miso, un pokè bowl o un’insalata “goma wakame”, l’hai già incontrata: strisce verdi e lucide, dal profumo di mare, con una consistenza morbida e un gusto deciso. È l’alga wakame, ingrediente tradizionale della cucina giapponese e coreana che negli ultimi anni si sta facendo strada anche nei menù italiani. Ma non si tratta solo di un alimento esotico. Secondo numerosi studi, è una fonte preziosa di micronutrienti, fibre e antiossidanti, capace di arricchire una dieta sana. Attenzione, però: l’elevato contenuto di iodio la rende un prodotto da usare con consapevolezza, soprattutto in caso di patologie tiroidee.

I composti attivi della wakame e i benefici per l’organismo

L’alga wakame (Undaria pinnatifida) cresce spontaneamente nelle acque fredde e ricche di correnti del Giappone, della Corea e della Cina. Viene raccolta, scottata e spesso essiccata per l’esportazione. Una volta reidratata, assume un verde brillante e un sapore marino, con leggere note di nocciola. È ricca di sali minerali (soprattutto iodio, ma anche calcio, ferro e magnesio), vitamine (A, C, E, K e gruppo B), acidi grassi omega-3 e diversi polisaccaridi attivi, come fucoidano e laminarina.

alghe marine

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Uno dei composti più studiati è la fucoxantina, un carotenoide naturale con potenziali effetti sul metabolismo lipidico. In alcuni studi sperimentali ha mostrato la capacità di stimolare proteine che favoriscono il consumo di grassi come fonte energetica. Questo rende la wakame interessante nel contesto di una dieta equilibrata orientata al controllo del peso.

Anche gli omega-3 di origine vegetale presenti nella wakame sono rilevanti. Pur essendo meno abbondanti rispetto al pesce azzurro, contribuiscono comunque a sostenere la salute cardiovascolare. Inoltre, le fibre contenute nell’alga hanno un effetto prebiotico, favorendo la crescita della flora intestinale utile e migliorando la funzionalità digestiva.

L’elevato apporto di iodio, infine, è una caratteristica da considerare attentamente. Lo iodio è fondamentale per la produzione degli ormoni tiroidei, ma un eccesso può essere dannoso. Per chi ha una tiroide sana, un consumo moderato (1 o 2 volte a settimana) è ben tollerato. Per chi soffre di ipertiroidismo, Hashimoto o altre disfunzioni tiroidee, è bene consultare il medico prima di inserire regolarmente la wakame nella dieta.

Come si usa in cucina e perché non è un superfood passeggero

In Asia la wakame si consuma da secoli. In Corea, ad esempio, è protagonista della zuppa tradizionale “miyeok-guk”, servita nei compleanni come simbolo di salute e longevità. In Giappone, invece, si trova spesso in miso, ramen e insalate fredde. Il suo sapore umami la rende versatile e facile da inserire anche in piatti occidentali.

In commercio si trova fresca, surgelata o essiccata. La versione più comune nei negozi italiani è quella essiccata: basta lasciarla in ammollo per 5-10 minuti in acqua fredda per farla tornare alla consistenza originaria. Una volta pronta, può essere aggiunta a:

  • Zuppe calde (vegetali, di pesce o brodi)

  • Insalate fredde, con aceto di riso, sesamo o salsa di soia

  • Pokè bowl come topping sapido e minerale

  • Piatti di cereali, pesce o verdure, tritata finemente come condimento

Chi ha provato ad aggiungerla alle insalate di legumi, ad esempio con ceci o lenticchie, ne ha apprezzato il contrasto tra la nota marina e la dolcezza delle verdure. Anche nel cous cous o nel riso integrale, aggiunge profondità e salinità senza dover usare troppo sale da cucina.

La wakame non è un “superfood di moda”: fa parte di un patrimonio alimentare antico, legato a culture che da secoli valorizzano le alghe in chiave salutare. Inserirla nella dieta una o due volte a settimana, magari alternandola ad altre alghe come la nori o la kombu, può offrire varietà nutrizionale e un tocco esotico a piatti semplici. Resta fondamentale, però, non eccedere con le quantità: una porzione reidratata da 5-10 grammi è più che sufficiente.

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