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Pensioni, cambiano le regole per i nati dal 1960: ci sono nuovi requisiti

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Le regole sulle pensioni stanno cambiando e coinvolgono una generazione specifica. Nuovi requisiti, tempi più lunghi e un quadro che si ridefinisce.

Il tema delle pensioni torna al centro dell’attenzione con un cambiamento che, pur sembrando minimo sulla carta, rischia di incidere in modo concreto sulla vita lavorativa di molti italiani. Dal 2027, infatti, i requisiti per l’accesso alla pensione subiranno un nuovo inasprimento, già confermato all’interno della legge di Bilancio. Anche se in ambito politico, in particolare dalla Lega attraverso le dichiarazioni del sottosegretario Durigon, si è parlato della possibilità di congelare l’aumento nel corso del 2026, allo stato attuale le regole restano invariate. E a essere coinvolti per primi saranno proprio i nati dal 1960.

Il motivo di questo adeguamento è legato all’aspettativa di vita rilevata dall’ISTAT. Dopo il calo registrato durante la pandemia, con una perdita stimata di quattro mesi, il trend è tornato a salire in modo deciso. L’incremento complessivo è stato di sette mesi, che una volta compensata la fase negativa lascia un saldo positivo di tre mesi. È proprio questo margine che viene trasferito sui requisiti pensionistici, con effetti distribuiti tra il 2027 e il 2028. Il Governo ha scelto di non applicare lo scatto in un’unica soluzione, ma di suddividerlo in modo progressivo: un mese in più nel 2027 e due mesi aggiuntivi nel 2028.

Cosa cambia per chi è nato dal 1960 e perché dovrà attendere di più

Fino al 2026 il quadro resta invariato. Chi matura i requisiti entro quell’anno potrà andare in pensione alle stesse condizioni attuali, senza alcuna variazione. Per la pensione di vecchiaia, ad esempio, continueranno a bastare 67 anni di età e 20 anni di contributi, permettendo ai nati nel 1959 di uscire regolarmente dal lavoro. Il vero spartiacque arriva con il 2027. Da quel momento, chi è nato nel 1960 dovrà attendere un mese in più per accedere alla pensione di vecchiaia, mentre per i nati nel 1961 l’attesa si allungherà ulteriormente, arrivando a tre mesi complessivi nel 2028.

L’aumento dei requisiti non riguarda solo la pensione di vecchiaia, ma anche altre misure fondamentali. Cambiano infatti i parametri per la pensione anticipata, per quella contributiva e persino per l’assegno sociale, che interessa chi non ha maturato il diritto a una pensione propria. Anche in questi casi, i nati nel 1960 e nel 1961 rientrano tra i soggetti penalizzati, con un allungamento dei tempi di accesso coerente con l’aumento dell’aspettativa di vita.

Pensioni, nuovi requisiti

Cosa cambia per chi è nato dal 1960 e perché dovrà attendere di più – reteriservealpiledrensi.tn.it

Nel concreto, questo significa lavorare di più. Per chi punta alla pensione anticipata, i mesi aggiuntivi non sono simbolici, ma si traducono in contributi reali da versare. Nel 2027 servirà almeno un mese di lavoro in più rispetto ai requisiti validi fino al 2026, mentre nel 2028 i mesi extra diventeranno tre. A questo va sommata la finestra mobile di tre mesi prevista per la decorrenza della pensione anticipata, che posticipa ulteriormente l’effettivo pagamento dell’assegno.

Per i nati dal 1960, dunque, il cambiamento non è solo una questione tecnica. È un passaggio che incide sulla pianificazione del futuro, obbligando a rivedere aspettative e tempi, in un sistema che continua ad adattarsi all’evoluzione demografica del Paese.

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