Il modello AP116 diventa decisivo per accedere alla pensione anticipata: come funziona e perché l’INPS lo richiede per validare i lavori gravosi o usuranti.
Il tema della pensione anticipata continua a segnare il dibattito nazionale, soprattutto nel 2025, anno in cui molti lavoratori cercano risposte concrete su quando potranno lasciare il lavoro. Chi opera in settori pesanti, rischiosi, o caratterizzati da turni impegnativi, può ottenere l’uscita prima dell’età ordinaria, già tra 61 e 63 anni, se dimostra di aver svolto un’attività riconosciuta come gravosa o usurante. La verifica passa da un documento obbligatorio, il modello AP116, che oggi rappresenta uno dei passaggi più delicati nella procedura INPS. Senza questo certificato, anche chi ha accumulato decenni di contributi rischia di non accedere alle misure previste dalla legge.
Requisiti e differenze tra lavori gravosi e usuranti secondo la normativa
Nel sistema previdenziale italiano la distinzione tra lavori gravosi e lavori usuranti non è solo semantica. Cambia la procedura, cambia l’età minima, cambia perfino il tipo di controllo effettuato dall’INPS. Tra le attività definite gravose rientrano, già da tempo, lavori come edilizia, facchinaggio, agricoltura, servizi di pulizia, assistenza continuativa a persone non autosufficienti, trasporti, turni notturni ripetuti, guida di mezzi pesanti, mansioni in galleria o in ambienti ad esposizione nociva. I lavori usuranti, invece, comprendono attività con sforzo fisico costante, esposizione a rischi prolungati o condizioni che compromettono la salute nel lungo periodo.

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La distinzione influisce sulle modalità di pensionamento. Chi rientra nei lavoratori precoci può accedere alla Quota 41, che permette di lasciare il lavoro indipendentemente dall’età, a fronte di 41 anni di contributi e di un periodo sufficiente di attività gravosa o usurante. Per altre categorie è prevista l’APE sociale, attivabile dai 63 anni e 5 mesi, riservata a chi ha svolto lavori gravosi per un periodo significativo e ha maturato 36 anni di contributi. Per i lavoratori usuranti, la normativa apre uno scivolo anticipato già a 61 anni e 7 mesi, purché venga raggiunta la quota 97,6.
Ogni misura richiede prove documentali precise, e il perno di tutto è proprio il modello AP116. L’INPS utilizza questo modulo per verificare se l’attività svolta rientri davvero tra quelle previste. Già molti lavoratori si stanno muovendo con anticipo perché, senza un AP116 corretto, il diritto rischia di non essere riconosciuto. Una mancata corrispondenza tra ciò che si dichiara e ciò che risulta nei registri INPS può bloccare l’intero percorso.
Perché il modello AP116 è decisivo e quali dati devono essere inseriti senza errori
Il modello AP116 certifica formalmente lo svolgimento di un lavoro gravoso o usurante. L’INPS lo richiede per accertare la mansione reale, il periodo effettivo di lavoro, il CCNL applicato, i codici INAIL relativi al rischio infortuni, l’inquadramento, l’orario, e ogni dettaglio utile a ricostruire l’attività professionale. Il modulo deve essere compilato e firmato dal datore di lavoro, che ha la responsabilità di indicare dati coerenti, verificabili e aderenti alla mansione svolta.
Se l’azienda non è più attiva, il lavoratore può ricorrere a un’autocertificazione. In questo caso l’INPS esegue controlli incrociati con le banche dati UNIEMENS, UNILAV e con altre comunicazioni obbligatorie. Anche una piccola discrepanza può portare al rigetto della domanda. Già nei primi mesi dell’anno sono emerse diverse segnalazioni di richieste respinte a causa di AP116 incompleti, compilati con errori o consegnati senza tutti i dati necessari.
Il modulo non è un semplice allegato: è la chiave d’accesso all’intero sistema di pensionamento anticipato. Chi aspira a uscire prima dal lavoro deve controllare che il periodo indicato coincida con quello registrato nei sistemi informatici INPS e che la descrizione della mansione sia coerente con quanto previsto dall’elenco nazionale delle attività gravose e usuranti. Nel 2025 sono cresciute soprattutto le richieste nel settore edile, nei trasporti e nell’assistenza, dove molti lavoratori raggiungono proprio ora i requisiti per valutare un’uscita anticipata.
Compilare nel modo corretto l’AP116 significa evitare ritardi, contestazioni e rigetti. Significa anche ricostruire una storia contributiva spesso frammentata, con cambi di contratto, turni notturni non sempre riportati con precisione, o mansioni svolte in contesti dove il rischio non veniva documentato con cura. È una prova di precisione che, lo sappiamo, può sembrare un passaggio burocratico, ma senza la quale l’INPS non può riconoscere il diritto.
Per chi lavora da anni in mestieri faticosi, il pensionamento anticipato è un obiettivo legittimo. Ma il diritto deve essere dimostrato, passo dopo passo. E il modello AP116, nel 2025, è lo strumento che permette al lavoratore di mostrare con chiarezza la natura del proprio impiego e di accedere alle misure che la legge mette a disposizione.
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