La possibilità di diventare proprietari di un immobile dopo aver pagato l’affitto per anni è una realtà poco conosciuta.
Questa opportunità si concretizza tramite uno strumento contrattuale noto come affitto con riscatto, o più comunemente “rent to buy”, che offre una valida alternativa a chi non può accedere al tradizionale mutuo bancario.
L’affitto con riscatto è una formula contrattuale che consente all’inquilino di pagare un canone mensile che comprende sia la quota destinata all’affitto vero e proprio, sia una parte accantonata come anticipo sul prezzo di acquisto dell’immobile. Tale somma viene quindi detratta dal prezzo finale di vendita nel momento in cui l’inquilino decide di esercitare l’opzione di acquisto, che generalmente può avvenire entro un periodo massimo di 10 anni, come previsto dalla normativa vigente (decreto-legge 133/2014, cosiddetto “Sblocca Italia”).
Questa formula è particolarmente vantaggiosa per chi non ha immediatamente la disponibilità economica o non riesce a ottenere un mutuo a causa dei requisiti più severi imposti dalle banche negli ultimi anni. Infatti, con l’affitto a riscatto, l’inquilino ha il tempo necessario per accumulare un capitale sufficiente e valutare con calma se procedere all’acquisto dell’immobile. Dall’altra parte, il proprietario continua a ricevere un canone mensile, che rappresenta un flusso di reddito regolare, e si tutela nel caso in cui l’inquilino decida di non procedere con l’acquisto.
Vantaggi e aspetti contrattuali dell’affitto a riscatto
Un elemento cruciale del contratto di affitto con riscatto è la trasparenza e la chiarezza delle clausole, che devono definire con precisione la durata dell’accordo, la suddivisione tra quota di affitto e quota da imputare come acconto sul prezzo finale, nonché le condizioni per l’esercizio dell’opzione di acquisto. La legge prevede che il contratto possa essere trascritto nei registri immobiliari, garantendo così al futuro acquirente una tutela maggiore in caso di ipoteche o pignoramenti sull’immobile da parte di terzi.
Il canone di locazione in questi contratti è generalmente superiore a quello di mercato, poiché include la quota destinata al riscatto. Tale maggiorazione può variare dal 15% fino anche al 50%, in base alle trattative tra le parti. Questa modalità consente all’inquilino di ridurre notevolmente l’importo residuo da finanziare con un mutuo al momento del riscatto, facilitando così l’ottenimento di un prestito bancario più sostenibile.
In caso di rinuncia all’acquisto, l’inquilino perde le somme versate a titolo di acconto-prezzo, mentre il proprietario mantiene il canone di locazione. Se invece l’inquilino esercita l’opzione, il prezzo finale viene scontato della quota già versata. Questo meccanismo rappresenta una tutela importante per entrambe le parti.

Il mutuo immobiliare e i suoi limiti(www.reteriservealpiledrensi.tn.it)
Tradizionalmente, l’acquisto di un immobile avviene tramite l’accesso a un mutuo, un prestito a medio-lungo termine concesso da un istituto di credito, che viene restituito con rate mensili. Negli ultimi anni, però, le banche hanno applicato criteri di concessione più restrittivi, richiedendo garanzie elevate e valutazioni immobiliari rigorose, in linea con le nuove normative europee in materia di credito. Questo ha reso più difficile per molte famiglie ottenere un finanziamento.
Il mutuo immobiliare può essere a tasso fisso o variabile, e la durata può arrivare fino a 30 anni. L’importo finanziabile di solito non supera l’80% del valore dell’immobile, stimato secondo criteri precisi dettati dal Codice delle Valutazioni Immobiliari. Oltre a ciò, il mutuatario deve sostenere spese notarili, assicurative e di istruttoria, che rendono il percorso burocratico piuttosto complesso e oneroso.
Per questo motivo, il rent to buy rappresenta una soluzione alternativa interessante per chi non soddisfa questi requisiti o preferisce un’opzione più flessibile e dilazionata nel tempo.
Affitto con riscatto: cos’è e come funziona (www.reteriservealpiledrensi.tn.it)






