Un luogo fuori dal tempo, immerso nell’acqua e nel silenzio, che racconta una storia sorprendente a pochi chilometri da Venezia.
Quando si pensa a Venezia, l’immaginario corre subito ai canali, ai palazzi affacciati sull’acqua e a una bellezza che sembra non avere segreti. Eppure, proprio nel cuore della sua laguna, esiste un luogo che sfugge ai percorsi più battuti e conserva un’aura quasi fiabesca. È una residenza dall’aspetto inatteso, capace di sorprendere chiunque la scopra per la prima volta. Una “casa delle favole” che non nasce da una leggenda antica, ma da una visione precisa, diventata nel tempo parte del patrimonio culturale e paesaggistico veneziano.
La Casa delle Favole nascosta nella laguna veneziana
Nel territorio di Campagna Lupia, immersa nella laguna di Venezia, si trova la Casa delle Favole di Valle Zappa. Conosciuta anche come Casone di Valle Zappa. Il colpo d’occhio è immediato e spiazzante: un edificio in stile nord-europeo che ricorda le fattorie olandesi, del tutto diverso dalle tradizionali architetture lagunari. Proprio questa unicità ne ha alimentato il fascino, attirando nel tempo artisti e personaggi illustri come Ernest Hemingway e Salvador Dalì, affascinati dalla sua atmosfera sospesa.
La sua notorietà ha trovato spazio anche nel cinema, quando il regista Tonino Cervi scelse il Casone come location per il film “Ritratto della borghesia in nero” del 1978, con Ornella Muti protagonista. Da allora, la Casa delle Favole è diventata un riferimento non solo architettonico, ma anche simbolico, capace di evocare suggestioni lontane pur restando profondamente legata al territorio.
La costruzione dell’edificio risale a un progetto voluto dall’imprenditore vicentino Mario Malvezzi, che affidò all’architetto Duilio Torres l’incarico di realizzare una residenza ispirata allo stile nord-europeo. I lavori iniziarono nel 1923 e si conclusero nel 1928, dando vita a una struttura che ancora oggi conserva intatto il suo carattere originale. Attualmente la Casa delle Favole appartiene alla famiglia Roncato e ospita la pro-loco di Campagna Lupia, continuando a svolgere un ruolo attivo nella vita culturale locale.

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Nonostante l’apparente contrasto stilistico, il Casone si integra sorprendentemente bene con il paesaggio circostante. Torres progettò l’edificio tenendo conto della luce e dei riflessi del tramonto, che esaltano le linee della struttura creando giochi di ombre particolarmente suggestivi. Davanti alla residenza si apre un giardino ricco di alberi da frutto e vegetazione lagunare. Mentre accanto sorgono una barchessa tipica veneta e una torre di avvistamento. Un tempo utilizzata per la caccia e oggi punto privilegiato per il birdwatching.
Tra primavera e autunno, l’area diventa anche rifugio per centinaia di fenicotteri rosa, che contribuiscono a rendere il panorama quasi irreale. All’interno, ogni stanza è caratterizzata da un colore diverso, con caminetti e proverbi in dialetto veneto che richiamano la vocazione venatoria originaria dell’edificio. Un luogo poco conosciuto, ma capace di raccontare una Venezia diversa, più intima e sorprendente, dove la realtà sembra davvero intrecciarsi con la favola.
Nel cuore di una delle più belle città italiane si nasconde la "casa delle favole": in pochissimi la conoscono - reteriservealpiledrensi.tn.it






