È comoda, salvaspazio e fa tutto da sola, ma pochi conoscono i veri costi nascosti del suo ciclo completo.
In molte case italiane la lavasciuga è diventata un’alleata quotidiana, soprattutto d’inverno. Occupando meno spazio di una lavatrice + asciugatrice, promette di lavare e asciugare i vestiti in un solo ciclo, senza doverli stendere o aspettare ore. Ma dietro questa comodità si nasconde un consumo energetico spesso molto più alto di quanto si immagini. In tempi in cui le famiglie fanno i conti con bollette sempre più pesanti, conoscere i consumi reali è fondamentale per capire se conviene davvero usarla così spesso o se è il caso di modificare le abitudini.
Il ciclo lavaggio + asciugatura costa fino a tre volte di più: quanto spendi davvero in un anno
Secondo le stime aggiornate dell’ENEA, una lavasciuga classe A utilizzata per 200 cicli completi in un anno (quattro a settimana) può costare in bolletta 66 euro. Ma se si scende di classe, i costi salgono in fretta. Un apparecchio di classe C può arrivare a 100 euro, mentre i modelli più vecchi o inefficienti in classe G possono superare anche i 180 euro annuali. E questo per una famiglia che la usa regolarmente, senza eccessi.

Il ciclo lavaggio + asciugatura costa fino a tre volte di più: quanto spendi davvero in un anno – reteriservealpiledrensi.tn.it
Il punto chiave è che il ciclo completo consuma molto di più rispetto al solo lavaggio. Come sottolinea l’ENEA, i consumi aumentano di tre volte se si attiva anche la funzione di asciugatura. Il motivo è semplice: per asciugare i capi nel cestello chiuso, la macchina deve riscaldare l’aria, gestire l’umidità, usare più energia e in certi casi anche acqua per condensare il vapore. Secondo Altroconsumo, mentre un lavaggio consuma in media 1,1 kWh, l’asciugatura da sola può arrivare a 4 kWh. Una differenza enorme che si riflette in bolletta.
Eppure pochi considerano questi numeri al momento dell’acquisto. L’idea del “tutto in uno” è comoda e sembra far risparmiare, ma nella pratica si traduce in più costi a lungo termine. Il confronto con due elettrodomestici separati, se ben scelti, in molti casi è più vantaggioso. Il vero problema non è la lavasciuga, ma l’uso che se ne fa senza sapere quanto incide sui consumi.
Come usare la lavasciuga senza far salire la bolletta: i comportamenti che fanno la differenza
Se in casa c’è già una lavasciuga, cambiarla non è sempre la soluzione. Anzi, spesso basta correggere qualche abitudine per ridurre i consumi in modo significativo. Uno degli errori più comuni è usare sempre la funzione di asciugatura, anche quando fuori c’è il sole o basterebbe stendere i panni per qualche ora. L’asciugatura automatica è la fase più energivora e andrebbe usata solo quando necessario, ad esempio in pieno inverno o con urgenze.
Un altro accorgimento importante è ridurre la temperatura del lavaggio. I cicli a 30°C sono più che sufficienti per i vestiti di tutti i giorni e consumano molto meno rispetto a quelli da 60 o 90 gradi. Inoltre, aumentare la velocità della centrifuga aiuta a togliere più acqua dai tessuti, riducendo così i tempi di asciugatura e l’energia richiesta per completare il ciclo.
C’è poi la questione della manutenzione, spesso ignorata. Se i filtri sono sporchi o ostruiti, la macchina lavora di più, si surriscalda, impiega più tempo e consuma di più. Basta una pulizia periodica, qualche prodotto anticalcare e un po’ di attenzione per evitare che i costi salgano senza motivo. Anche usare carichi completi e non spezzare i lavaggi in più cicli aiuta a contenere i consumi. Piccole scelte che nel lungo periodo fanno una differenza visibile sulla bolletta.
In un momento storico in cui ogni elettrodomestico può incidere sui consumi familiari, la lavasciuga rappresenta una comodità da gestire con intelligenza. Chi la usa in modo consapevole, evita sprechi e mantiene sotto controllo la spesa. Chi la considera “magica”, invece, finisce per pagarla molto più del previsto, senza neanche accorgersene.
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