Territorio

“Il vulcano sputa oro”, spunta un tesoro nascosto dal cuore della Terra: scienziati increduli

vulcano monete d'oroIl vulcano che sputa oro? - Reteriservealpiledrensi.tn.it

Un team internazionale scopre che il nucleo terrestre rilascia oro e platino verso la superficie tramite i vulcani, rivoluzionando le teorie su geologia e risorse minerarie.

Un recente studio pubblicato su Nature ha portato alla luce una scoperta rivoluzionaria riguardante la struttura interna del nostro pianeta. Per la prima volta, un team di geochimici guidato dal dottor Nils Messling dell’Università di Göttingen ha fornito prove convincenti che il nucleo terrestre non è un compartimento isolato, ma interagisce attivamente con il mantello, rilasciando lentamente metalli preziosi come oro e platino verso la superficie attraverso i vulcani. Questa scoperta ha riacceso l’interesse della comunità scientifica e può influire profondamente sulla nostra comprensione della geologia e delle risorse minerarie terrestri.

Il nucleo terrestre: un deposito di metalli preziosi inaspettato

Il nucleo della Terra, noto per essere costituito principalmente da ferro e nichel, contiene anche una quantità significativa di metalli del gruppo del platino, in particolare rutenio, un elemento estremamente raro nella crosta terrestre. Storicamente, si è ipotizzato che questi metalli fossero confinati nel nucleo, ma l’ipotesi che potessero migrare verso l’esterno è rimasta controversa per decenni. Attraverso l’analisi di campioni di rocce basaltiche provenienti dalle isole Hawaii, i ricercatori hanno identificato isotopi di rutenio che indicano chiaramente una provenienza dal nucleo.

Il team ha iniziato esaminando campioni conservati presso il Museo Smithsonian di Washington, DC. Dopo aver ridotto le rocce in polvere e sottoposto i campioni a processi chimici complessi, è stato possibile isolare e misurare con precisione gli isotopi di rutenio. «La presenza di questi isotopi nelle rocce vulcaniche ci dice che il mantello terrestre contiene materiale proveniente dal nucleo», ha spiegato Messling. Questa migrazione, benché estremamente lenta, avviene attraverso i cosiddetti plumi mantellari, colonne di magma che risalgono dalle profondità terrestri e alimentano i vulcani, come quelli delle Hawaii.

vulcano oro

Vulcano magico – Reteriservealpiledrensi.tn.it

Questa scoperta modifica radicalmente il nostro modello della Terra interna. Invece di considerare il nucleo come un deposito isolato e statico, ora sappiamo che esiste un flusso costante, seppur lentissimo, di metalli preziosi verso la superficie. Secondo Messling, questo processo potrebbe richiedere fra i 500 milioni e un miliardo di anni per trasferire quantità apprezzabili di metalli dal nucleo al mantello e poi alla crosta terrestre.

La formazione di questo “tesoro nascosto” risale a circa 4,5 miliardi di anni fa, quando la Terra si stava ancora plasmando e grandi impatti di meteoriti hanno concentrato metalli pesanti nel nucleo. Si stima che oltre il 99,95% dell’oro terrestre si trovi proprio lì, insieme al platino e ad altri elementi preziosi. Il fatto che una piccola parte di questi elementi stia emergendo lentamente verso la superficie apre scenari affascinanti per la geologia planetaria e per il settore estrattivo.

Tuttavia, Messling ha sottolineato che le quantità di metalli preziosi che emergono sono ancora troppo esigue per essere sfruttate con le tecnologie attuali. Questo processo è quindi più rilevante dal punto di vista scientifico e teorico che pratico, almeno per ora. Nonostante ciò, la scoperta alimenta un dibattito sulle risorse minerarie terrestri e sulla possibilità che le riserve di oro e platino non siano così limitate come si pensava.

Gli esperti di geochimica e scienze planetarie hanno accolto con entusiasmo queste evidenze. Helen Williams, docente all’Università di Cambridge, ha affermato che lo studio conferma come i plumi mantellari siano in grado di trasportare materiale proveniente dal nucleo, confermando una dinamica complessa tra gli strati profondi della Terra. Jesse Reimink della Pennsylvania State University ha aggiunto che i risultati rinnovano la possibilità di un continuo “leak” del nucleo nel mantello, un fenomeno che potrebbe influire sulle dinamiche interne del pianeta nel corso di miliardi di anni.

Nonostante questi progressi, molte domande restano aperte. La differenza di densità tra nucleo e mantello, paragonabile a quella tra olio e acqua, rende difficile spiegare i meccanismi precisi di questa interazione. Inoltre, la natura della Terra profonda rimane ancora in gran parte un mistero, e ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno i processi che regolano la composizione chimica e la dinamica interna del nostro pianeta.

Change privacy settings
×