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Harvard lo conferma, questi cibi comunissimi fanno male al cuore: i consigli del cardiologo

Il cuore reagisce subito agli zuccheri Il cuore reagisce subito agli zuccheri e ai grassi in eccesso, anche quando ci sembrano innocui - reteriservealpiledrensi

Uno studio di Harvard svela quali alimenti di uso quotidiano possono metterci a rischio più di quanto immaginiamo.

Quando si parla di alimentazione e salute si scatena il dibattito. Siamo in un’epoca in cui mangiare sano sembra più una moda che una necessità e ognuno dice la propria in merito senza avere preparazioni adeguate. Per questo motivo la voce di esperti indipendenti è fondamentale, soprattutto quando si parla di salute cardiaca.

Il cuore, infatti, è uno degli organi più sensibili a ciò che mangiamo: piccoli errori ripetuti ogni giorno possono, nel tempo, aumentare il rischio di infarto, pressione alta e colesterolo elevato. E mentre molti dibattiti restano aperti, la ricerca continua a chiarire quali cibi, più di altri, mettono davvero in difficoltà il sistema cardiovascolare.

Un recente studio di Harvard ha ulteriormente confermato che alcuni alimenti di uso comune possono danneggiare il cuore se consumati con regolarità. Il cardiologo Jonathan Fisher, noto per il suo lavoro divulgativo, ha messo in luce perché questi cibi siano così rischiosi e quali alternative semplici possano ridurre l’infiammazione e proteggere le arterie.

Cibi ultra-processati: il vero nemico del cuore

Secondo lo studio, il gruppo più dannoso per il cuore è quello degli alimenti ultra-processati, associati a un aumento del 17% del rischio cardiovascolare. Ma cosa significa “ultra-processato” in termini pratici?

I cibi sbagliati possono appesantire il cuore

Troppi cibi sbagliati possono appesantire il cuore senza che ce ne accorgiamo – reteriservealpiledrensi

Sono quegli alimenti industriali che contengono ingredienti molto lontani dalla materia prima di partenza: additivi, aromi artificiali, emulsionanti, zuccheri aggiunti e grassi di bassa qualità. Un modo semplice per riconoscerli è leggere l’etichetta: se la lista di ingredienti è lunga, piena di nomi difficili o se il prodotto finale non assomiglia per nulla all’alimento originario, allora è probabile che rientri in questa categoria.

Gli esempi comuni sono gli snack confezionati, gli affettati lavorati, i wurstel, i cereali zuccherati, i prodotti “light” molto manipolati, le bevande zuccherate e molti altri. Sono prodotti comodi e gustosi, ma il loro consumo frequente favorisce infiammazione, accumulo di trigliceridi e alterazioni del metabolismo degli zuccheri. Tutti fattori che appesantiscono il cuore. Spesso si pensa allo zucchero come a un problema solo per chi tende ad aumentare di peso, ma non è così. Le ricerche mostrano che un consumo elevato di zuccheri aggiunti aumenta lo stato infiammatorio e può innalzare il rischio di infarto anche in persone magre o senza fattori di rischio apparenti.

Il cardiologo Fisher raccomanda di non superare i 36 grammi di zucchero al giorno, equivalenti a circa 9 cucchiaini. Basta una lattina di bibita gassata per arrivare a questa soglia, motivo per cui il consiglio è di limitare drink energetici, tè freddi industriali, succhi zuccherati e dolci confezionati. Negli ultimi mesi inoltre si sta diffondendo la moda di sostituire gli oli vegetali con grassi animali, come burro o strutto, pensando di scegliere un’opzione più “naturale”. Il problema è che questi grassi sono ricchi di grassi saturi, che aumentano il colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”.

Un valore LDL elevato nel sangue è uno dei principali fattori che favoriscono l’aterosclerosi, cioè l’accumulo di placche sulle arterie. Questo processo, se continua nel tempo, può portare a infarto o ictus. I grassi più equilibrati invece sono l’ olio extravergine d’oliva, lì olio di vinaccioli, piccole quantità di frutta secca e semi ricchi di omega-3. Alla fine proteggere il cuore non richiede rinunce estreme, ma scelte consapevoli e costanti. Anche piccoli cambiamenti, fatti ogni giorno, possono trasformarsi nel miglior investimento per la propria salute.

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