L’esonero è possibile, ma serve rispettare scadenze precise: ecco cosa sapere prima che il nuovo anno arrivi.
Alla fine dell’anno si parla spesso di bilanci, scadenze e nuovi adempimenti. Tra questi c’è un appuntamento che riguarda tutti gli intestatari di un’utenza elettrica domestica, anche chi non possiede una televisione: il canone RAI. Si tratta di un tributo noto, che da anni viaggia insieme alle bollette dell’energia, secondo un meccanismo automatico pensato per semplificare la riscossione. Tuttavia, proprio questa automatizzazione rende necessaria una puntualità assoluta per chi vuole evitare addebiti non dovuti.
Negli ultimi anni la normativa non ha subito rivoluzioni, ma alcuni elementi richiedono particolare attenzione. Il canone 2026, infatti, ricalca regole già note ma introduce un calendario che può determinare la completa esenzione o, al contrario, il pagamento totale della somma dovuta. Le date da segnare sul calendario sono due, e fanno una grande differenza.
Prima di entrare nei dettagli, è utile ricordare perché tutto ruota attorno alla presunzione di possesso del televisore, in vigore ormai da quasi un decennio. Chi è intestatario di un contratto elettrico residenziale viene considerato automaticamente anche detentore di un apparecchio TV. È questo il motivo per cui il canone compare nella bolletta, salvo comunicazioni contrarie.
La presunzione di detenzione: cosa comporta e come ottenere l’esenzione
Dal 2016 l’associazione tra fornitura elettrica domestica e presenza di un televisore è diventata la regola generale. Funziona così: se si è titolari di un’utenza ad uso abitativo, il sistema presume che si abbia una TV e, di conseguenza, applica il canone. Questo vale per la casa principale e per eventuali altri immobili del nucleo familiare. Chi però non possiede alcun apparecchio ha la possibilità di dichiararlo formalmente. Questa opzione è fondamentale per evitare di pagare un’imposta che non è dovuta. Ma, ed è l’aspetto che spesso genera errori, la dichiarazione va presentata ogni anno: non è sufficiente averla inviata per l’anno precedente.

Le date chiave da rispettare per ottenere l’esenzione nel 2026-reteriservealpiledrensi
Per il 2026 l’importo torna stabile a 90 euro, dopo la parentesi della riduzione temporanea degli anni passati. Nulla cambia sul metodo di riscossione: la quota viene suddivisa su dieci mensilità per chi riceve bollette mensili, oppure su cinque rate per chi ha un ciclo bimestrale.
Esiste anche la situazione, molto comune negli affitti, in cui il titolare della TV non coincide con l’intestatario della fornitura elettrica. In questo caso l’addebito in bolletta non può avvenire: il pagamento deve essere effettuato tramite modello F24 dal reale detentore dell’apparecchio. Lo strumento essenziale per non pagare il canone, se non si possiede una televisione, è la dichiarazione sostitutiva. Senza questo documento, l’addebito scatta automaticamente. Per il 2026 la data decisiva è il 2 febbraio: inviare la dichiarazione entro questo giorno permette di non pagare l’intero canone dell’anno.
La trasmissione può avvenire attraverso tre canali: l’applicazione online dell’Agenzia delle Entrate, la PEC con firma digitale o la raccomandata tradizionale inviata all’ufficio competente. Se si supera la soglia di febbraio, resta un’ultima possibilità: inviare la dichiarazione entro il 30 giugno 2026. In questo caso l’esonero riguarda soltanto il secondo semestre dell’anno; il primo dovrà essere comunque versato. Oltre questa data, il pagamento diventa totale, salvo esenzioni specifiche legate a età o reddito, che seguono regole differenti.
Il canone RAI torna in bolletta: ecco quando è possibile evitarlo-reteriservealpiledrensi






