Un aiuto economico per le famiglie più fragili continua a esistere anche nel 2026, ma pochi lo richiedono: il bonus che garantisce un contributo fisso ogni due mesi, con regole precise e benefici mirati.
Nel silenzio mediatico che spesso avvolge le misure di sostegno economico, esiste ancora un aiuto concreto per chi vive situazioni di fragilità: la Carta Acquisti INPS. Non si tratta di una novità legata all’ultima manovra di bilancio o a un decreto temporaneo, ma di uno strumento stabile e continuativo, attivo da anni e rivolto alle persone con redditi molto bassi, come anziani e famiglie con minori. Mentre l’inflazione spinge sempre più nuclei familiari verso la soglia della povertà, conoscere l’esistenza di questa carta può fare la differenza tra riuscire a sostenere le spese essenziali o dover rinunciare al necessario.
A cosa serve davvero la carta acquisti INPS (e a chi è destinata)
Nata come misura di contrasto alla povertà nei primi anni dell’emergenza sociale, la Carta Acquisti si è trasformata in un sostegno fisso, con importi certi e modalità di erogazione regolari. Viene rilasciata a chi ha un ISEE pari o inferiore a 8.117,17 euro e garantisce un accredito di 80 euro ogni due mesi, utilizzabili per affrontare spese alimentari, farmaci e bollette. Non è cumulabile con altri sussidi come il Reddito di Cittadinanza o l’Assegno di Inclusione, ma può integrarsi con le pensioni minime e altri aiuti locali.

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Spesso dimenticata tra le molte agevolazioni di breve durata, questa carta ha invece il vantaggio di essere ricorrente e, in alcuni casi, addirittura automatica per i pensionati con redditi bassissimi. I soldi accreditati sono spendibili nei negozi, supermercati, farmacie convenzionate e possono coprire anche parte delle utenze domestiche. Le transazioni avvengono tramite una carta prepagata fornita da Poste Italiane, intestata direttamente al beneficiario e ricaricata ogni due mesi, normalmente a partire dal giorno 3 del mese dispari.
Nel contesto economico attuale, dove anche pochi euro possono cambiare il bilancio familiare mensile, questo strumento rappresenta una forma di integrazione silenziosa ma efficace.
Come funziona la richiesta e quali sono i tempi di erogazione
Accedere alla Carta Acquisti non richiede procedure complesse, ma è fondamentale rispettare i requisiti economici e compilare correttamente la domanda. Ci sono due strade principali per presentarla: tramite portale INPS per chi possiede credenziali digitali (SPID, CIE o CNS), oppure affidandosi a un CAF o patronato, che possono fornire supporto nella preparazione della pratica.
Una volta inviata la domanda e ottenuto l’esito positivo, la carta viene spedita direttamente a casa del beneficiario in tempi generalmente brevi. Il primo accredito, come previsto, arriva a partire dal giorno 3 del mese successivo alla comunicazione di approvazione, e da lì prosegue ogni due mesi, senza necessità di ulteriori richieste.
È importante sapere che l’utilizzo della carta viene monitorato e che l’INPS può revocare il beneficio in caso di cambiamenti reddituali o assenza di utilizzo. Per questo motivo è bene verificare periodicamente il proprio ISEE e assicurarsi che sia aggiornato.
Negli ultimi mesi, anche alcune amministrazioni comunali hanno cominciato a integrare la Carta Acquisti con fondi locali, trasformandola in un veicolo di welfare più ampio. In molte città italiane, infatti, la carta viene riconosciuta come documento utile per accedere ad altri bonus spesa, servizi sociali o agevolazioni comunali. In sostanza, non è solo un bancomat sociale, ma un lasciapassare per una rete più ampia di sostegni.
Con l’inizio del nuovo anno e la progressiva uscita di scena di molti bonus straordinari, tornano a contare gli strumenti semplici, stabili e diretti. E tra questi, la Carta Acquisti INPS resta uno degli aiuti più sottovalutati, ma anche più concreti.
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