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Altro che aria natalizia, perché a Natale siamo più tristi? La spiegazione della psicologa

Tristezza nataliziaLa tristezza natalizia - (reteriservealpiledrensi.tn.it)

Perché a Natale tante persone sono pervase da un senso di tristezza? La risposta sta nella scienza emotiva

Il Natale è un periodo che, per molti, evoca immagini di calore familiare, magia e gioia condivisa. Tuttavia, per altri, è un momento emotivamente difficile, dove la pressione sociale di essere felici si fa sentire in modo abnorme.

La psicologa Angela Persico, esperta di benessere mentale e consulente su Doctolib.it, spiega come questo contrasto tra la realtà interiore e le aspettative esterne possa amplificare il disagio psicologico, creando un “divario emotivo” che spesso passa inosservato, ma che può essere debilitante.

La tristezza natalizia

A dicembre, infatti, le aspettative collettive sono molto alte: l’idea che tutti dovrebbero essere felici, sereni e circondati da persone care è una narrativa potente che avvolge la società. Quando questa felicità appare difficile da raggiungere, il peso della tristezza può sembrare ancora più gravoso. La società ci offre un copione di perfezione, dove le emozioni negative sono considerate fuori luogo, generando un senso di vergogna ogni volta che ci sentiamo giù.

Perché a Natale siamo più tristi?

Come contrastare la tristezza natalizia – (reteriservealpiledrensi.tn.it)

Alla base di questa sofferenza, c’è un meccanismo psicologico ben definito: il “divario emotivo”. Questo termine descrive la frattura tra come ci sentiamo davvero e come “dovremmo” sentirci in un determinato momento. Il Natale, in particolare, diventa un “faro emotivo” che illumina questo scarto, amplificando la sensazione di inadeguatezza. La psicologia definisce questo fenomeno come “emotional mismatch”, una discordanza tra la nostra esperienza reale e le aspettative sociali, che attiva un giudice interiore ipercritico. Questo giudice rifiuta emozioni legittime, come la tristezza, facendole sentire fuori luogo in un periodo che dovrebbe essere solo di gioia.

Un altro fattore che rende il Natale ancora più difficile da affrontare è il ruolo dei social media. Le piattaforme digitali, infatti, propongono una versione “modificata” del Natale, dove ogni momento sembra perfetto: tavole imbandite, famiglie sorridenti, regali impeccabili. Il confronto tra la nostra realtà e quello che vediamo online può generare un forte senso di inadeguatezza. Il fenomeno della FOMO (Fear of Missing Out) natalizia diventa un vero e proprio veleno emotivo: si ha la sensazione che tutti stiano vivendo il Natale ideale, tranne noi.

Il Natale, poi, è anche un potente marcatore temporale. Le luci, i suoni, i rituali familiari possono riattivare emozioni e ricordi legati a perdite, separazioni o cambiamenti difficili. Questo fenomeno è legato al significato che attribuiamo a determinate esperienze passate. In particolare, le festività possono rendere ancora più evidenti i vuoti emotivi, come la mancanza di una persona cara, il lutto non risolto o la separazione. In questo senso, il Natale diventa un attivatore di vecchi dolori, che, seppur sopiti, riaffiorano con forza.

La buona notizia è che esistono strategie per rendere il Natale meno gravoso. La dottoressa Persico suggerisce alcune pratiche che possono aiutarci a gestire la pressione emotiva del periodo. Micro-ancoraggi sensoriali: fermarsi per un attimo e concentrarsi sui cinque sensi o sul respiro può aiutarci a spezzare la spirale del rimugino. Auto-compassione: invece di criticare noi stessi per i sentimenti che proviamo, dovremmo adottare un dialogo interiore più gentile e realistico. Stabilire confini: imparare a dire “no” con assertività, senza sentirsi in colpa, è fondamentale per proteggere il proprio benessere. Social più consapevoli: ridurre il tempo passato sui social e ricordarsi che quello che vediamo online non è la realtà. Creare rituali nuovi: non c’è nulla di male nel reinventare il Natale, facendo spazio per ciò che veramente conta.

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