Un nuovo bonus legato all’affitto sta per entrare nel vivo. Importi rilevanti e regole precise: una misura che potrebbe fare la differenza.
Il tema della casa continua a essere centrale, soprattutto per chi lavora in settori stagionali o ad alta mobilità come quello turistico. Trovare un alloggio vicino al luogo di lavoro, a condizioni sostenibili, non è sempre semplice e spesso rappresenta un ostacolo concreto alla continuità occupazionale. Proprio per rispondere a questa esigenza arriva un nuovo intervento che punta ad alleggerire i costi legati all’affitto. Attraverso un meccanismo strutturato e mirato, capace di incidere sia sulle imprese sia sui lavoratori.
Il Maxi-Bonus affitto fino a 3.000 euro è una misura pensata per il comparto turistico e si inserisce in un quadro più ampio di sostegno al settore. Non si tratta di un contributo diretto ai singoli dipendenti, ma di un incentivo rivolto alle aziende. Chiamate a svolgere un ruolo attivo nel garantire soluzioni abitative accessibili. L’obiettivo è duplice: sostenere le imprese nei costi di locazione degli immobili e assicurare ai lavoratori condizioni abitative più stabili e vicine al luogo di lavoro.
Come funziona il bonus affitto per il settore turistico e chi può beneficiarne
Il bonus è stato disciplinato da un decreto del ministero del Turismo datato 13 novembre e può essere richiesto fino al 19 dicembre 2025. Le aziende interessate devono presentare domanda attraverso il portale di Invitalia, che gestisce l’intera procedura. L’accesso avviene tramite strumenti di identità digitale come Spid, Cie o Cns, e lo sportello telematico resta attivo nei giorni feriali, dalle 10 alle 17.
Il contributo consiste in un sostegno economico destinato a coprire parte dei canoni di locazione degli alloggi messi a disposizione dei dipendenti. In cambio, l’impresa deve garantire un affitto calmierato, inferiore di almeno il 30 per cento rispetto ai valori di mercato, per un periodo minimo di cinque anni e fino a un massimo di dieci. L’importo riconosciuto può arrivare fino a 3.000 euro per ogni posto letto, rappresentando così un aiuto concreto nella gestione dei costi abitativi.

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Gli immobili possono essere uno o più, purché si trovino nella stessa provincia della struttura turistico-ricettiva di riferimento e non distino più di 40 chilometri dal luogo di lavoro. È necessario che l’azienda abbia la disponibilità dell’immobile, in qualità di proprietaria o tramite un contratto di locazione regolarmente registrato. Gli alloggi devono essere destinati ai lavoratori del comparto turistico-ricettivo, includendo anche chi opera negli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, e l’impresa deve rientrare in specifiche categorie di codice Ateco legate ai servizi di alloggio, ristorazione e attività affini.
L’erogazione del contributo avviene sulla base di criteri che valutano la reale disponibilità degli immobili e la capacità dell’azienda di offrire soluzioni abitative effettive. Le spese devono essere documentate, tracciabili e coerenti con il piano dei costi presentato. Le risorse disponibili ammontano a 22 milioni di euro l’anno per il triennio 2025-2027 e i fondi vengono assegnati fino a esaurimento. In caso di domande eccedenti, le richieste restano sospese in attesa di eventuali nuove disponibilità o rifinanziamenti, rendendo il tempismo nella presentazione della domanda un elemento decisivo.
Affitto, Maxi-Bonus in arrivo fino a 3.000 euro: chi può inoltrare la domanda - reteriservealpiledrensi.tn.it






